Cgil Susanna Camusso introdotte discriminazioni sistema pensionistico

Alla conclusione del confronto tecnico avvenuto tra Governo e piattaforma sindacale,  la Cgil in una sua nota si legge: ‘Si sono consolidati i punti che nel verbale di sintesi sottoscritto lo scorso 28 settembre erano già oggetto d’intesa: cumulo gratuito, quattordicesima, no tax-area, normativa sugli usuranti, cancellazione delle penalizzazioni. La riunione di oggi verteva sui due temi su cui il giudizio era stato sospeso: precoci e Ape agevolata”.
Positivo il giudizio sui precoci, “se i testi finali corrisponderanno a quanto detto al tavolo”, per il “recupero del lavoro di cura come requisito della platea, pur nel limite generale dell’intervento”.

Nota CGIL dopo confronto Governo Sindacati su tema sindacale e lavoro
BANDIERA CGIL

Sull’Ape agevolata invece – continua la nota – il Governo ha cambiato le carte in tavola”. Nel comunicato si spiega infatti che l’esecutivo “propone un requisito contributivo di 36 anni sulla platea dei lavori gravosi (e di 30 anni sulle altre tipologie), questione mai emersa in questi mesi di confronto”. “L’Ape agevolata – si specifica – è una prestazione di ‘reddito ponte’ che consente l’anticipo a 63 anni rispetto alla pensione di vecchiaia, che prevede come requisito di accesso 20 anni di contributi. Ciò rischia di vanificare lo sforzo fatto al tavolo nell’individuazione delle categorie da inserire nei lavori gravosi, sulle quali, peraltro, auspichiamo che non si facciano passi indietro”.

“In ogni caso, un giudizio compiuto sarà possibile solo quando potremo prendere visione degli articolati, perché vi sono anche altri elementi non pienamente definiti. Articolati – conclude la nota – che nonostante esplicita richiesta, il Governo non ha inteso rendere ancora disponibili”.
“Se penso alle donne che hanno grande discontinuità contributiva, se penso al Mezzogiorno, vuol dire aver inventato all’ultimo giro dei criteri per escludere le persone”. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, sulle novità che riguardano l’accesso all’Ape social. Parlando di quanto annunciato oggi a Roma, Camusso ha detto che ci sono “nuove barriere, una di 30 e una di 36, che riteniamo siano inventate esclusivamente per ridurre la platea”.

Secondo la leader della Cgil le nuove barriere sono state “inventate” per “non permettere l’accesso” e in più queste “si scontrano proprio con la ragioni delle pensioni di vecchiaia che normalmente è quella delle categorie discontinue”. “Ci siamo trovati stamani – ha proseguito Camusso – ad un non rispetto delle cose che abbiamo detto nelle ore di discussione, cioè l’accesso alla cosiddetta Ape social, la possibilità di andare in pensione anticipata per alcune condizioni sociali e lavori gravosi”. Il segretario ha quindi ricordato come anche stamani sia stata “negata” la possibilità di accedere “ai testi e agli articolati della manovra di bilancio”. Ora – ha concluso Camusso – “possiamo solo insistere perchè così non va bene, non è vero che ci sono le risorse che ci avevano raccontato e soprattutto si introduce un ulteriore discriminazione in un sistema pensionistico che ne ha già troppe”.

Susanna Camusso ha poi spiegato le prime crisi con effetti lavoro delega: ‘ Le tante crisi aziendali in giro per l’Italia, “penso a Cavalli nella provincia di Firenze, ad Almaviva, alla General Electric di Sesto San Giovanni” sono “le prime crisi in cui misuriamo gli effetti della legge delega sul lavoro“. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, a margine di un convegno organizzato dall’Auser all’Istituto degli Innocenti di Firenze. Parlando ancora della legge delega, la leader sindacale sottolinea come questa “avendo tolto gli ammortizzatori determina che questi processi partano direttamente con i licenziamenti collettivi, senza la possibilità di costruire tempi e processi, organizzazione, riconversione per i lavoratori, senza dargli delle prospettive”. Tutto ciò secondo Camusso dimostra “uno dei tanti inganni con cui fu presentato il jobs act – ha proseguito – dicendo che non c’era più bisogno di politiche passive perchè ora c’erano quelle attive”. “La verità è che queste ultime non ci sono – ha aggiunto – che l’Agenzia nazionale oltre ad aver trovato una centralizzazione continua a non esserci, a non determinare finanziamenti e processi di ricollocazione e formazione. Quindi siamo di fronte ad una ondata di licenziamenti che credo debba portare il governo rapidamente a ripensare le scelte fatte che ci lasciano in grande difficoltà”. La leader della Cgil sottolinea quindi come ancora una volta “sono distribuite a pioggia molte risorse agli imprenditori e alle imprese – ha concluso – e continuano a diminuire gli investimenti privati: quelle risorse non vanno ai fini dell’economia e della crescita”.

Fonte: Tosc.cgil

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